Se volete conoscermi un pochino di più, potete ascoltare la puntata di "Matteo Caccia racconta" su Radio24 alla quale ho partecipato con il mio racconto "La stronza".
Ecco il link.
"Patrimonio abbandonato" è il titolo di uno splendido libro fotografico di Roman Robroek.
Da quando me l'hanno regalato vive, aperto a caso, sul tavolino della mia sala.
Ogni pagina onora la bellezza degli edifici storici che vi sono fotografati.
Luoghi polverosi e in rovina, che la natura si è ripresa dopo anni di abbandono.
Dimenticati e non per questo meno affascinanti.
Posti che non andrei a visitare ma che catturano la mia immaginazione per il loro carattere onirico.
Roba da Scorpioni insomma!
."La mappa non è il territorio"
Questo è uno dei presupposti della PNL (Programmazione Neuro Linguistica) e vuol dire che il territorio, cioè la realtà che ci circonda, è qualcosa di differente dalla mappa, cioè dal modo in cui ognuno di noi la interpreta, in base alle proprie convinzioni, esperienze e schemi mentali.
Praticamente significa che non c'è un'unica realtà ma ci sono innumerevoli mappe e ciascuno si costruisce la sua.
La prima volta che ho sentito pronunciare questa frase mi è sembrato di ascoltare un messaggio in codice di cui non possedevo la chiave. Quasi un gioco di parole.
Nel corso degli anni però ho avuto modo di comprenderne il senso.
Ultimamente ripenso spesso a questo principio, perché la mia mappa sta andando a farsi friggere.
Io mi sono innamorata.
Di un libro.
Eh oooh..
S'intitola "La polvere del mondo".
L'autore, Nicolas Bouvier, nel '53, all'età di 24 anni, parte da Ginevra a bordo di una Fiat Topolino, raggiunge a Belgrado il suo amico pittore Thierry Vernet e insieme affrontano il viaggio verso Samarcanda.
Mi sono innamorata di come scrive, del suo sguardo capace di sostare sui piccoli dettagli senza perdere l'orizzonte, della poesia di certe immagini, del coraggio di partire all'avventura nel tempo prima di internet e del cellulare. Mi sono innamorata del mondo che racconta e anche della polvere.
Ma la cosa buffa è che lo seguo su maps!
Cosi, dopo i Balcani e l'Anatolia, adesso (io, Nicolas e il suo amico) siamo arrivati a Teheran ed è primavera.
Per uno strano caso del destino è primavera anche in questo piano di realtà e ciò rende tutto molto confuso.
Nei foglietti illustrativi dei farmaci sono descritte col nome di "effetti collaterali", tutte quelle reazioni non previste o non desiderate, e non per forza nocive, che potrebbero presentarsi dopo averli assunti.
Mi sono chiesta tante volte se succeda la stessa cosa anche nella vita.
Sappiamo che ogni nostra azione ha una conseguenza ma esistono pure gli effetti collaterali?
A settembre mi sono iscritta con Ester ad un laboratorio di autobiografia in 5 incontri. Non ho avuto neppure un attimo di esitazione, pensando che, siccome mi piace scrivere, sarebbe stata una cosa divertente da fare insieme.
In verità non so mica cosa mi aspettassi di preciso! Fatto sta, che durante il primo incontro, dopo aver conosciuto le docenti e le altre partecipanti, e dopo aver ascoltato la lettura di alcune pagine di un libro, che ci avrebbero aiutato ad entrare nel tema della serata, ero ancora tutta sorridente.
E cieca.
Come solo gli inconsapevoli sanno essere.
Avevo letto da qualche parte che c'erano due ginkgo biloba secolari in un parco vicino a casa di Tezla e così, a metà novembre, io e lui siamo andati a "conoscerli".
Il mattino grigio che avevamo scelto era uno sfondo perfetto per amplificare lo spettacolo: i magnifici alberi, nel pieno del loro splendore dorato, sembravano venire da un sogno.
Da poco ho una nuova macchina.
Automobile dalle sorprendenti potenzialità, è stata capace di farmi "viaggiare" ben prima di comprarla, trasportandomi indietro nel tempo.
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