Se volete conoscermi un pochino di più, potete ascoltare la puntata di "Matteo Caccia racconta" su Radio24 alla quale ho partecipato con il mio racconto "La stronza".
Ecco il link.
Distesa ad occhi chiusi sul terrazzo a fianco della casa, ascoltavo con tutto il corpo la voce di Valentina, che si fondeva col rumore del mare.
Le avevo fatto un massaggio il giorno prima e lei, in cambio, mi aveva offerto un trattamento con i canti medicina.
Le parole che cantava mi appartenevano. Venivano da lontano e, trascendendo lo spazio e il tempo, si facevano strada dentro di me. Comunicavano con i miei panorami interiori in un viaggio musicale di riconnessione, creando assonanze segrete, anche a me stessa.
Succede, nella vita, di morire.
Non mi riferisco all'estrema dipartita ma a quelle morti che avvengono via via. Alcune sono precedute da una lunga agonia: quando ad esempio ci ostiniamo a stare in una relazione ormai finita. Altre sono morti sul colpo: quando succede qualcosa d'inatteso e capisci che quello che è stato non sarà più.
Qualche morte è pure bella: quando ad esempio cambi casa per andare a vivere in un posto che ti piace. Ma quasi tutte, anche le migliori, contengono un po' di dispiacere per ciò che di noi è andato.
Siamo affezionati alla persona che pensiamo di essere. Ci identifichiamo con quell'immagine fino a illuderci che sia immutabile.
Quando sono partita per la vacanza itinerante nel sud della Sardegna ho messo in valigia un quaderno dove immaginavo di scrivere una specie di diario di viaggio. Volevo appuntarci i nomi dei luoghi che avrei visitato, provare a descrivere i colori del mare, i profumi della macchia mediterranea e le emozioni.
Insomma, pensavo ad un modo per ricordare la sensazione che porta con sé la scoperta di posti nuovi, diversi dal quotidiano.
Si dice che quando si viaggia la mente sia più aperta...ecco...la mia si è dilettata nel fantasticare e ho finito per mettere nero su bianco alcune esperienze, giocandoci un po'. Il risultato è sicuramente diverso da quello che mi aspettavo, ma forse più divertente.
A volte sembra che non stia succedendo niente.
Niente di bello intendo.
Anno scorso, qualche mese dopo l'inizio della pandemia, la mia amica Laura, alla ricerca di strategie per far fronte alla situazione, mi raccontò di aver comprato una rivista che si occupa di salute e benessere, solo perché in copertina si pubblicizzava un articolo dal titolo "Essere felici nonostante tutto". Anche io mi sentivo giù di morale e le chiesi, se le fosse sembrato interessante, di scannerizzarlo e mandarmelo.
A chi non è mai successo di capire una cosa per un'altra, di fraintendere, insomma di prendere fischi per fiaschi?
A chi non è successo di interpretare in maniera errata le intenzioni di una persona, i suoi gesti, equivocarne le parole e magari finire in situazioni spiacevoli o imbarazzanti?
Anni fa la Vita decise che era giunto per me il momento di fare una specie di ricapitolazione delle mie principali relazioni amorose e in una settimana mi costrinse a rivedere di nuovo, più o meno per caso, quattro ex.
Che poi, detto tra noi, quella "x" della parola ex, sembra proprio una chiara indicazione: ci hai fatto una croce sopra e ci sarà un perché o no?
Nel giro di qualche settimana, durante un paio di passeggiate in posti diversi, ho trovato due ciucciotti da bambino, entrambi con la catenella e la clip. Il primo penzolava da un arbusto. Forse qualcuno lo aveva raccolto da terra e messo lì in modo da renderlo più visibile a chi fosse tornato a cercarlo.
Il secondo era tra l'erba di un prato e, seguendo l'esempio, l'ho lasciato appeso ad un ramo.
A guardarlo da lontano aveva un che di magico. "Se i bambini li porta la cicogna, i ciucciotti possono di certo crescere sugli alberi!" ho pensato poi, continuando a camminare.
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