Quando sono partita per la vacanza itinerante nel sud della Sardegna ho messo in valigia un quaderno dove immaginavo di scrivere una specie di diario di viaggio. Volevo appuntarci i nomi dei luoghi che avrei visitato, provare a descrivere i colori del mare, i profumi della macchia mediterranea e le emozioni.
Insomma, pensavo ad un modo per ricordare la sensazione che porta con sé la scoperta di posti nuovi, diversi dal quotidiano.
Si dice che quando si viaggia la mente sia più aperta...ecco...la mia si è dilettata nel fantasticare e ho finito per mettere nero su bianco alcune esperienze, giocandoci un po'. Il risultato è sicuramente diverso da quello che mi aspettavo, ma forse più divertente.
A volte sembra che non stia succedendo niente.
Niente di bello intendo.
Anno scorso, qualche mese dopo l'inizio della pandemia, la mia amica Laura, alla ricerca di strategie per far fronte alla situazione, mi raccontò di aver comprato una rivista che si occupa di salute e benessere, solo perché in copertina si pubblicizzava un articolo dal titolo "Essere felici nonostante tutto". Anche io mi sentivo giù di morale e le chiesi, se le fosse sembrato interessante, di scannerizzarlo e mandarmelo.
A chi non è mai successo di capire una cosa per un'altra, di fraintendere, insomma di prendere fischi per fiaschi?
A chi non è successo di interpretare in maniera errata le intenzioni di una persona, i suoi gesti, equivocarne le parole e magari finire in situazioni spiacevoli o imbarazzanti?
Anni fa la Vita decise che era giunto per me il momento di fare una specie di ricapitolazione delle mie principali relazioni amorose e in una settimana mi costrinse a rivedere di nuovo, più o meno per caso, quattro ex.
Che poi, detto tra noi, quella "x" della parola ex, sembra proprio una chiara indicazione: ci hai fatto una croce sopra e ci sarà un perché o no?
Nel giro di qualche settimana, durante un paio di passeggiate in posti diversi, ho trovato due ciucciotti da bambino, entrambi con la catenella e la clip. Il primo penzolava da un arbusto. Forse qualcuno lo aveva raccolto da terra e messo lì in modo da renderlo più visibile a chi fosse tornato a cercarlo.
Il secondo era tra l'erba di un prato e, seguendo l'esempio, l'ho lasciato appeso ad un ramo.
A guardarlo da lontano aveva un che di magico. "Se i bambini li porta la cicogna, i ciucciotti possono di certo crescere sugli alberi!" ho pensato poi, continuando a camminare.
Negli ultimi mesi ho sentito parlare più volte dell'ingresso nell'Età dell'Aquario.
Pare che sia un tempo speciale questo, un tempo in cui, noi "fortunelli", stiamo transitando verso una nuova Era.
Pare che ci vorrà un po', perché il passaggio da un segno all'altro è un fluire di energie, ma secondo gli astrologi, sembra proprio che l'Era dei Pesci stia volgendo al termine.
Per quello che mi riguarda l'Era che è finita è quella dei Gatti, perché in questi giorni, con grande dispiacere, ho detto addio anche al mio amato Furio.
Lui e Freeda erano arrivati nel 2009, li avevo trovati a distanza di pochi mesi l'uno dall'altra e incredibilmente, dopo quasi 12 anni di "onorato servizio", se ne sono andati entrambi. Freeda lo scorso aprile e Furio in settimana.
Quando Ester, a dicembre del 2017, mi parlò della "parola dell'anno", la ascoltai incuriosita. Invece di fare la solita lista di buoni propositi per il nuovo anno, che magari a fine gennaio hai già rinnegato peggio di Giuda, si trattava di scegliere una parola, una sola, che funzionasse da guida. Una specie di indicatore di direzione, uno strumento per tenere viva l'intenzione su quello che avresti voluto vivere e realizzare nel corso dei 12 mesi successivi.
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