Ricordo un tempo non molto lontano in cui mi è capitato, per presentarmi a qualcuno, di dire "io sono Tizia e ho due figli e due gatti". Quel qualcuno, mi fece sorridere, domandandomi se i figli e i gatti andassero bene nell'ordine in cui li avevo messi. Precedentemente ero stata "Tizia e vengo da" e anche "Tizia e faccio la fisioterapista" oppure "sono una fisioterapista", a seconda del livello di identificazione col mio lavoro in quel periodo. Negli ultimi anni, nei cerchi di donne che frequento sono diventata "Tizia figlia di Caia figlia di Sempronia...." evocando le antenate della mia linea femminile.

È buffo ritrovarsi a riflettere su come mi sono definita negli anni, proprio in un momento in cui tanti punti di riferimento sono ancora punti ma non sono più al posto in cui erano pochi mesi fa e alcuni non sono più un riferimento.

"Fluire con la corrente" mi aveva sempre evocato visioni di acque trasparenti e calme che scorrono placidamente in mezzo a scenari verdeggianti e io che ci galleggiavo sopra.
Ingenua!
Ora il mio immaginario si è arricchito di fiumi in piena, di rapide e mulinelli e soprattutto di me che annaspo disperata alla ricerca di un appiglio mentre una voce fuori campo dice spazientita "circolare per favore, scorrere, scorrere"!

Grazie anche al Covid-19, che come Giove ha amplificato quello che ha trovato sul suo cammino, l'auspicato processo di ridefinizione e riposizionamento delle mie principali relazioni, per diventare una donna un po' più integra e libera, ha subito un'accelerata dolorosa quanto stravolgente.
Tanto che non sono nemmeno più certa di essere "Tizia".
Sempre grazie al Covid-19 non sono potuta fuggire da nessuna parte e ho dovuto metaforicamente e materialmente "stare".
Stare in situazioni che mi fanno male. Stare in una casa che non sento più accogliente.
A Natale io e una mia amica ci eravamo regalate una collana con una targhetta con su scritto "stacce".
Una spiritosaggine per ricordarci il 'qui e ora".
Il nostro inconscio sapeva.
Il nostro conscio, visti gli eventi che stiamo vivendo entrambe, si è scritto una serie di messaggi sul tema che si sono conclusi con la decisione irrevocabile per il prossimo Natale di regalarci una semplice e (speriamo) innocua piantina fiorita.

Prima che il ricordo del "ho due figli e due gatti" svanisca in una vita precedente (tanto mi sembra lontano) e prima che per recuperarlo io debba fare una regressione guidata, voglio dire che di gatti da qualche giorno ne ho uno solo. La mia gattina Freeda è morta improvvisamente.

In nome dello stacce e del fluire, che sembrano apparentemente in contraddizione ma non lo sono, ho deciso di aprire questo blog che si chiama come lei, perché anche la fine e l'inizio sono la stessa cosa.