La stanza degli ospiti


Ho creato questo spazio per gli amici
che con i loro racconti passano di qui...

 

 

 

Il verde per far le montagne
per colorare allegre campagne
Il giallo si fa per il sole
che è fonte di luce e calore

Il blu per il mare profondo
Io sogno la pace nel mondo

Quando iniziamo l'esercizio e ci danno come consegna "scegliete i fili colorati sul tavolo e date loro un significato" penso subito a questa canzone, imparata quando avevo 8 anni durante un oratorio feriale e nello scrivere le mie associazioni riprendo in modo automatico lo stesso stile.

Parto da 4 parole: amore, piacere, libertà e conoscenza.
Vado sul tavolo dei fili e per ognuna trovo quello che sento più adatto.
Torno al mio posto e scrivo.

Il rosa per l'amore che mi ha sempre accompagnata in ogni passaggio.
Il verde per il piacere e il godimento perché ogni scelta fosse gustosa.
Il bianco per la libertà e il coraggio di costruirsi le proprie regole.
Il giallo per la conoscenza di me che si affina, scelta dopo scelta.

Con i fili in una mano e le loro associazioni nell’altra ci chiedono di farne una composizione.
Parto dall’idea di non usare la colla; sento che desidero cucirli i miei fili, come metaforicamente hanno fatto le cose che questi rappresentano con la mia vita.
Prendo quindi un foglio bianco perché sia la mia tela, lo piego in 4 per mettere più livelli uno sopra l’altro e a quel punto li buco con la penna per creare la trama dei momenti importanti.
Un buco per ogni scelta.
Uno spazio che si svuota è un'occasione per cambiare direzione, per essere direzione; è un disegno sul foglio che da opportunità ai fili di essere intrecciati e a me di guardarli entrare ed uscire di scena.

Inizio a cucire.

Mi accorgo che ogni filo ha una consistenza diversa ed è unico nel farsi intreccio.
E’ magico come le mie mani sentano questa diversità che non era stata pensata mentre li sceglievo solo per il loro colore, è inaspettato eppure molto credibile come a seconda del significato che ho attribuito al filo l’esperienza di questo strano cucire si faccia rappresentativa.

Il primo che intreccio è il rosa dell’amore.
I gesti sono inesperti, si muovono con impaccio dentro questi buchi improvvisati e allo stesso tempo sono, punto dopo punto, base, forma ed esperienza sopra cui tutti gli altri si muoveranno.
Il secondo è il verde, morbido e composto da più fili.
E’ faticoso da far passare negli spazi imprecisi e mi mostra come sia sempre servita caparbietà e tenacia per non abbandonare il filo del piacere. Ogni singola volta.
Poi arriva il giallo della conoscenza, che si muove agile sia per la sua consistenza più rigida, sia per l’abilità ormai acquisita.
Il bianco si ribella, dopo il primo nodo si divide in due e si intreccia fluido nella trama già esistente.

Non uso tutta la lunghezza dei fili: per metà li intreccio e per metà li lascio liberi oltre il foglio, pronti e in attesa di essere cuciti dentro nuovi disegni ancora da creare.

Quando ci chiedono di guardare quello che abbiamo fatto mi stupisco.
Grazie ai fili liberi che sembrano una coda, vedo un aquilone.
Di 35 anni di scelte in un foglio a4 piegato e bucato con 4 fili che si intrecciano, io vedo un aquilone.

Per questo il mio petit onze, che chiude questo lavoro e racconta in brevissimo quello che è emerso, fa così.

Cucio
Fili colori
Dentro scelte bucanti
Il foglio diventa aquilone
Volo