Quando sono partita per la vacanza itinerante nel sud della Sardegna ho messo in valigia un quaderno dove immaginavo di scrivere una specie di diario di viaggio. Volevo appuntarci i nomi dei luoghi che avrei visitato, provare a descrivere i colori del mare, i profumi della macchia mediterranea e le emozioni.
Insomma, pensavo ad un modo per ricordare la sensazione che porta con sé la scoperta di posti nuovi, diversi dal quotidiano.
Si dice che quando si viaggia la mente sia più aperta...ecco...la mia si è dilettata nel fantasticare e ho finito per mettere nero su bianco alcune esperienze, giocandoci un po'. Il risultato è sicuramente diverso da quello che mi aspettavo, ma forse più divertente.


Nuove tradizioni popolari

I giorni a Carloforte, isola delle meraviglie, sono stati molto belli nonostante un quotidiano momento critico, quello dell'arrivo di un personaggio pedante e inopportuno, prontamente ribattezzato "l'omino della colazione". Nel nostro B&B, per via del covid, avevano deciso di farcela fare in camera, obbligandoci moralmente a presentarci controvoglia all'indesiderato appello mattutino. Nonostante l'orario della colazione fosse dalle 8 alle 10, già dalle 7.30 si sentiva la sua presenza in cucina (poco più in là delle stanze) e perfino quella delle tazzine, del bollitore ecc ecc. Quando alla fine ti arrendetevi e aprivi la porta per comunicare che si, anche stamani ti eri svegliato e avresti fatto colazione, lo trovavi pimpantissimo a darti il buongiorno, mentre tu avevi le palpebre a mezz'asta con sopra la scritta "veramente sarebbe chiuso per ferie...".
Da questa esperienza abbiamo imparato che oltre al lupo cattivo e all'uomo nero, le tradizioni popolari potrebbero accogliere pure questa figura, tra quelle utili per tenere buoni i bambini. Tipo: "Se non dài retta, domani l'omino della colazione arriverà prima".

 

Discipline olimpiche

Sull'onda delle Olimpiadi di Tokio, ci stiamo preparando per proporre al Comitato Internazionale, una nuova disciplina che potremmo chiamare "Marbar". Il Marbar consiste in un diathlon in cui i partecipanti devono passare dall'immersione in acqua alla sosta presso l'apposito chiosco, il maggior numero di volte possibili nell'unità di tempo. A parità di passaggi vince colui che ha trascorso mediamente il numero di minuti più simile in entrambe le postazioni.
Dopo un po' la competizione si fa più dura perché si rischia di andare al bar con la maschera da sub e di entrare in mare col mojito in mano.
È li che si vede la differenza tra lo sportivo allenato e il frutto della fatica di giorni e giorni spesi a sudare sulla spiaggia!
Noi siamo pronti per candidarci come squadra nazionale....

 

Buggerru

Buggerru un bar.
Buggerru tre supermercati. Due sono della stessa catena: "Nonna Isa".
Il terzo è un Conad e per mantenersi deve pagare una tangente annuale a Nonna Isa. Inizialmente si rifiutava, poi ha fatto due conti e ha capito che gli conveniva. Meglio pagare la tangente a Nonna Isa che rifare il negozio ogni 18 mesi.
La seconda volta che il negozio saltò in aria il direttore del Conad si recò alla Stazione dei Carabinieri di Buggerru per denunciare l'attentato. Alle spalle del carabiniere che lo accolse, ajo', c'era una foto di Nonna Isa!

 

Torre dei Corsari

Nel ridente villaggio di Torre dei Corsari la persona che ride con più soddisfazione è la proprietaria del bar, del ristorante nonché del supermercato. Si vocifera che prenda una tangente pure dai vu-cumpra'.
Ça va sans dire, anche questo supermercato appartiene alla catena "Nonna Isa". I più maligni vociferano che sia lei la nonna in questione.
Ci si chiede come mai non abbia installato pure un distributore, visto che quello più vicino è a 20 km!!!
Potrebbe essere una strategia di Nonna Isa per tenere prigionieri i villeggianti e costringerli a consumare nei suoi locali....
Se pensi di arrivare a Torre dei Corsari vienici col pieno...o rischi di non lasciarlo mai più. C'è gente che è rimasta intrappolata lì per anni!

 

Casa Mari e Monti

La casa sulle dune ha una veranda con vista sulle dune.
Questo paragrafo inizia cosi, tentennando, nel tentativo di rimandare la descrizione dell'interno.
Si, perché, siccome siamo al mare, una mente semplice si aspetterebbe un certo tipo di arredo e invece no! Sbagliato!
Se riesci a distogliere lo sguardo dalla spettacolare veranda e ti giri verso l'interno, ti ritrovi incredibilmente in una baita di montagna con tanto di caminetto in pietra. E se, nel corso dei giorni in cui vivrai nella casa "mari e monti", riuscirai ad abituarti al doppio panorama interno/ esterno, invece non ti abituerai mai ai soprammobili.
Le suppellettili presenti sono la classica accozzaglia di risulta di tutti quelli ereditati nel corso dell'esistenza dal proprietario, a cui egli ha aggiunto il suo personale tocco, aumentando il numero di ninnoli kitsch, con gli scarti della sua collezione di statuette in ceramica.
Un catalogo che avrebbe fatto vomitare il peggiore degli antiquari.
In particolare sono degni di nota:
- leone ruggente
- cane razza Boxer
- 2 cavalli
- gatto a grandezza naturale
e un numero imprecisato di nani sorpresi nell'atto di entrare o uscire dalle loro casette a forma di fungo.
Tutto ciò nella zona giorno.
Nella zona notte il proprietario si è tenuto più sul sobrio. La camera in verità assomiglia alla sacrestia di una vecchia chiesetta. Si dormono sonni tranquilli vegliati da statuine di angeli e cristi.
Niente da dire. La casa sulle dune, infatti, è proprio in Paradiso.

 

Futile

Dato che il clima sahariano non ci permetteva di esibire al cospetto del dio Sole il nostro pandemico pallore senza subire pesanti punizioni epidermiche nel giro di pochi quarti d'ora, abbiamo deciso di sfoggiare la nostra tenda da spiaggia già dai primi giorni di mare.
La tenda da spiaggia proiettava sulla sabbia un'ombra che, a seconda della posizione del sole, variava tra i 45 e i 64 cm. L'unica maniera per ripararci era stare all'interno della tenda stessa, dove non tirava un filo d'aria e la temperatura sfiorava i 50°.
Ci volle poco per esserne sicuri che non fosse stato un acquisto geniale.
Fu così che decidemmo di piegarci ad attrezzarci come tutti gli altri banali bagnanti e andammo a comprare un ombrellone.
Il negoziante, che parlava un dialetto carlofortino, tanto affascinante quanto poco incomprensibile, fece di tutto per convincerci ad acquistarne uno di quellii più grandi, o comunque che avesse almeno la trivella, ma noi, decisi a risparmiare quei 6€ ad ogni costo, abbiamo scelto lui. A strisce bianche e arancioni, e con un tubo che si sarebbe potuto piegare a mani nude, l'ombrellone fece la comparsa al nostro fianco fin dal giorno successivo.
La comparsa non significa che servisse a proteggerci: si era alzato lo Scirocco e non riuscimmo ad usarlo ancora per giorni, tanto che decidemmo di nominarlo Futile.
"Futile, l'ombrellone inutile."

Finalmente il vento si calmò, raggiungendo parametri sostenibili anche per gli oggetti eretti in mezzo alla sabbia, e Futile venne aperto per la prima volta.
Dall'acqua lo guardavamo orgogliosi: rimaneva saldo al pari dei suoi colleghi, pur senza avere sassi, picchetti, cavi e tutti gli accorgimenti coi quali erano fissati a terra gli altri ombrelloni.
"Certo, " qualche pedante detrattore potrebbe ribattere, "l'hai piantato ad un'altezza che a momenti ci inciampo...!", ma è solo invidia per la sua fulminea carriera.
Noi gongolavamo: "Hai visto? il nostro piccolo Futile sta in piedi da solo! Che emozione...!".

Da allora in poi, Futile ha svolto la sua funzione in tutte le spiagge che abbiamo frequentato.
Quando siamo ripartiti, non potendo portarlo in aereo, lo abbiamo lasciato al proprietario della casa sulle dune, certi che qualcun'altro avrebbe goduto della sua protezione.
Pochi giorni prima, seguendo la filosofia dei nativi americani, abbiamo deciso che si meritava un nome nuovo.
E così Futile è diventato "Baluardo".
"Baluardo, l'ombrellone gagliardo".

 

Adesso sono a casa e spesso riguardo le foto del mare con nostalgia.
Tra qualche anno probabilmente non ricorderò il nome delle spiagge, ma rileggendo i miei appunti, riuscirò comunque a rivivere la magia di questa memorabile vacanza. E forse mi chiederò se, nel frattempo, l'Omino della colazione, Nonna Isa e Baluardo si siano mai incontrati....

 

 

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