Nel giro di qualche settimana, durante un paio di passeggiate in posti diversi, ho trovato due ciucciotti da bambino, entrambi con la catenella e la clip. Il primo penzolava da un arbusto. Forse qualcuno lo aveva raccolto da terra e messo lì in modo da renderlo più visibile a chi fosse tornato a cercarlo.
Il secondo era tra l'erba di un prato e, seguendo l'esempio, l'ho lasciato appeso ad un ramo.
A guardarlo da lontano aveva un che di magico. "Se i bambini li porta la cicogna, i ciucciotti possono di certo crescere sugli alberi!" ho pensato poi, continuando a camminare.

Questa faccenda dei ritrovamenti a tema non mi è nuova. La prima serie, diciamo, risale infatti a circa due anni fa.
Un pomeriggio ero in macchina con la mia amica Matilde e stavamo andando ad un seminario. Lei aveva da poco conosciuto un ragazzo e si piacevano. Me ne parlava con toni entusiastici: "Sai, in questo periodo non ci pensavo proprio ad incontrare qualcuno, stavo facendo tante cose interessanti, poi è arrivato Lucas ed è come se nel puzzle della mia vita, già bello così, lui fosse l'ultimo tassello. Vedere il disegno completo è meraviglioso!".
Ascoltavo le sue parole affascinata e, mentre guidavo per la campagna senese al tramonto, fantasticavo sui pezzi mancanti. Cazzarola! Anch'io ne volevo uno!
Arrivammo a destinazione e decisi di prendere qualcosa da bere al distributore automatico, nell'attesa di cominciare. Infilai i soldi per un caffè poi, mentre aspettavo che fosse pronto, vidi per terra, proprio ad un centimetro dai miei piedi, un pezzo di puzzle. Capito bene??? UN PEZZO DI PUZZLE!!!!
Senza ragionare troppo su come fosse arrivato fin lì, mi chinai, lo presi e lo infilai velocemente nel portafogli, anche se mi sentivo parecchissimo presa per il culo!
"Ehi LASSÙ mi sentite?? Io intendevo un pezzo mancante come quello di cui parlava Matilde! Ma che? Non era chiaro forse?" "Grazie eh di avermi dimostrato la vostra attenzione, ci mancherebbe, ma mica penserete di cavarvela così, vero????".
I miei tentativi di dialogo con un ipotetico Altrove furono interrotti dall'inizio della serata. L'ultima cosa che pensai, prima di entrare nella sala e sedermi insieme agli altri partecipanti, fu "non finisce mica in questo modo però, sappiatelo...".
Infatti, non fini, ma non nel senso che intendevo io!

Due giorni dopo, al lavoro, avendo deciso di cambiare le pile a tutti i giochi che non funzionavano da tempo, presi in mano il primo, lo girai alla ricerca del vano che contiene le pile e SHOCK, ci trovai sopra, appiccicato con una gomma da masticare rinseccolita, un altro pezzo di puzzle!!!!!
No va beh....!
Ci tengo a precisare che né io né i miei colleghi abbiamo scatole di puzzle coi pezzi di quella misura nelle nostre stanze...
Restai qualche secondo a fissarlo incredula poi esplosi a voce alta: "Ridicoli! Siete RI-DI-CO-LI!".
Non so perché in quel periodo io credessi che fossero più di uno LASSÙ a sghignazzare alle mie spalle, ma non importa...
Chiamai al telefono Matilde, già a conoscenza della storia della sera del seminario e ridemmo per un quarto d'ora.
Comunque tornai a casa sconvolta e depositai il secondo pezzettino di puzzle, accanto al primo, in un cassetto.

Dopo alcuni mesi, durante il lockdown, uscendo a buttare la spazzatura, ne trovo un altro sul marciapiede e nei giorni successivi ecco il gran finale...almeno credo: in fondo all'ultima rampa di scale, quasi davanti al portone di casa, non uno, signore e signori, ma ben due pezzi di puzzle, di spessore più alto dei precedenti, perfettamente incastrati tra loro!

Mi piace guardare la vita con occhi attenti ai simboli e al loro insegnamento ma riuscire a dare una spiegazione a certi eventi è proprio difficile.
Tentare di interpretare i segnali dell'Universo è come imparare una nuova lingua da autodidatta. Non ci sono insegnanti madrelingua o google-traduttori che tengano. Oh, neanche un vocabolario delle scuole medie!

E così, eccoti di fronte all'ennesimo pezzo di puzzle, che ti compare a sorpresa in un luogo incongruo e non puoi nemmeno tirare fuori dalla tasca il cellulare, fargli una foto e scoprire cosa significa. Non c'è mica un'app per decodificare i simboli che ci arrivano dal mondo invisibile!!
Allora finisce che resti lì a guardarlo con la faccia da ebete. La stessa che faresti se ti trovassi per strada alle Hawaii e qualcuno ti rivolgesse la parola. Comunque sia, se ti trovassi per strada alle Hawaii, faresti si una faccia da ebete, ma da ebete felice! Non usciamo fuori tema però e stiamo sul pezzo (...mancante - ahahah!).
Insomma in questi casi non ci rimane che affidarci all'intuito.
Quello de "la risposta è dentro di te epperò è sbagliata"? Si quello. Anzi QUELO.

Eventi sincronici, sogni, esperienze ricorrenti, ci fanno sentire in comunicazione con qualcosa di più grande. In quei momenti è come se avessimo beccato la frequenza giusta e ci fossimo sintonizzati per un attimo con la meraviglia di essere parte del tutto. E mentre sei lì, che tenti di decifrare il codice segreto che ti ha portato a vivere il piccolo grande miracolo, senti già il bzzzzzzz bzzzzz del segnale che è andato a farsi fottere.

Siccome però si vedono le cose quando abbiamo bisogno di trovarle, succede che, ad un certo punto di questa storia, mi capita di sfogliare un libro, a casa di Tezla, dal titolo "Il potere della Kabbalah" di Yehuda Berg.
Un capitolo cattura la mia attenzione.
È una favola che parla di un gentile e vecchio signore che di mestiere fa l'inventapuzzle. I suoi puzzle hanno poteri magici, infatti quando i bambini inseriscono l'ultima tessera, le immagini sono così fantastiche che li riempiono di gioia. Un giorno però il signor Inventapuzzle volle superarsi creando il suo puzzle più bello di sempre e, poiché desiderava che i bimbi provassero subito la magia, non lo spezzettò. Al contrario delle sue aspettative però, il primo bambino a cui il vecchio signore regalò il superpuzzle, si intristi, come fosse un po' deluso. Il signor Inventapuzzle, spiazzato da questa reazione, chiese spiegazioni. A quel punto il bambino confidò al gentile signore (e anche a me che stavo leggendo) un segreto: il vero divertimento non sta tanto nell'ammirare il disegno finale, quanto invece nel ricostruirlo....

 

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