I pomeriggi dell'estate in cui avevo 12 anni, li trascorrevo giocando a carte con una ragazzina che abitava due case più in là della mia. Sulle scale, all'ombra del portico davanti al suo portone, si svolgevano accanite partite a Briscola o a Scala 40. Chi di noi due perdeva chiedeva subito all'altra la rivincita e così facendo, andavamo avanti per ore, in uno strano clima di competizione cooperativa, dove la vittoria non era mai definitiva. E neppure la sconfitta.

Io credo che sia così anche nella vita.



Ad un certo punto la storia tra me e Manuele finì. Io sospettavo che frequentasse un'altra (che chiameremo Altra) anche se lui negava. Invece era vero.

Piccolo inciso: che bello scrivere questo racconto e rendermi conto di come le cose che mi hanno sconquassato emotivamente per mesi e mesi in passato, possano ora essere riassunte in 3 righe e mezzo senza colpo ferire!!

Ma torniamo a noi.
Passano gli anni, 4 per la precisione, ed io sono in vacanza in Marocco con alcuni amici.
Stesa sul letto dopo la doccia, in attesa di andare a cena, mi diletto nel guardare il soffitto. Improvvisamente il cellulare, abbandonato da un po' sul comodino, vibra.
Lo prendo in mano distrattamente e leggo un messaggio da un numero che non conosco. Dice: "ciao, sono Altra, come stai?".
Fisso incredula lo schermo e poi lentamente rimetto il telefono dov'era, nel patetico tentativo di far finta che non sia successo nulla.
Dopo qualche minuto lo ricontrollo.
Merda, è successo invece, perché il messaggio è sempre lì!
I miei compagni di stanza parlano tra loro, ignari di quello che mi si muove dentro, mentre io, posseduta da me stessa,  non riesco a impedirmi di digitare sulla tastiera "ciao, sto bene. Tu che mi racconti?" e di inviare.
Comincia così un'emorragia di messaggi da parte di Altra, attraverso i quali scopro, non senza una certa soddisfazione, che la frequentazione tra lei e Manuele si è via via trasformata in un inferno e che finalmente però, un mese fa, lei è riuscita a lasciarlo.
Ma i colpi di scena non sono mica finiti eh! Altra mi dice che il vero motivo per cui mi ha contattato, su suggerimento della terapeuta che la sta seguendo, è "chiedermi umilmente scusa" (giuro che lo ha scritto veramente) per "tutto quello" che era successo ai tempi.
Roba da matti!
Allons enfant de la patrie le jour de gloire est arrivè!!!
Poi però, proprio all'apice del successo, i miei amici mi fanno presente che si è fatta una certa ed è ora di uscire. Saluto Altra, do un'aggiustatina al mantello di ermellino, mi guardo allo specchio per controllare che la corona sia dritta, prendo lo scettro e me ne vado.

Più o meno una settimana dopo, ricevo una telefonata da un altro numero sconosciuto.
La voce di un uomo dice: "pronto Paola?", io rispondo: "si, chi parla?", lui si palesa: "sono Manuele" ed io, distratta dalle cose in cui ero impegnata in quel momento, chiedo: "Manuele chi?".

MANUELECHI! AHAHAHAHAHAH!
Ripensadoci oggi, credo che nemmeno dopo millemila prove sarebbe stato possibile ottenere un effetto così spontaneamente sincero.

A quel punto Manuele mi dice il cognome. Oh cavolo è QUEL Manuele!
Ma nooo!!! Non è possibile che stia accadendo davvero. È assurdo. Prima Altra poi lui!
Per un attimo penso di lanciare il telefono dalla finestra ma così facendo mi sarei persa il seguito,  perché, signore e signori, cosa mai vorrà Manuele da me?
Ehhh cari miei, vuole dirmi che...ci ha pensato molto...e ha sentito che doveva chiamarmi per... "chiedermi scusa per tutto ciò che mi aveva fatto".
No va bè. STAMO A SCHERZA'?
Anche lui si fa seguire dalla stessa terapeuta di Altra o cosa?

Quello che mi colpisce, oltre ad essere improvvisamente richiamata a dovermi occupare controvoglia di vicende avvenute anni prima, è ciò che provo mentre lo ascolto: niente. Nessun tuffo al cuore, ne rabbia e neppure interesse.
Lo lascio parlare un minuto e poi,  con un tono a metà tra la messa è finita andate in pace e grazie come se avessi accettato, concludo con un quasi annoiato "ok ciao".

A parte chiedermi come mai questi due avessero ancora il mio numero dopo così tanti anni, comincio a immaginare sorridendo di pubblicare un post sui social, con su scritto: a tutti i miei contatti, chiunque di voi sentisse il bisogno di chiedermi scusa per qualsiasi cosa, lo faccia in questi giorni perché sembra che gli astri siano a favore!

E' raro che ci venga offerta una rivincita direttamente dalle persone con le quali abbiamo perso, com'è avvenuto a me in questo caso. La maggior parte delle volte ci sentiamo sconfitti e basta, senza possibilità di riscatto.
Eppure la vita è una ruota che gira e se avessimo la capacità di alzarci in volo come un drone sopra le nostre esistenze e le guardassimo da lassù, forse riusciremmo a cogliere l'instabilità sia dei nostri successi che dei nostri fallimenti. Vedremmo come sono andate le cose e che l'unica mossa "vincente" è continuare a giocare.

 











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